Intervista: “Mario Vorraro, musicista e liutaio, amante della musica popolare napoletana”

Paolo Mercurio (Blogfoolk) ha intervistato Mario Vorraro in occasione dell’ultima edizione di Milano Guitar & Beyond

 

Vorraro ha iniziato a occuparsi di liuteria per motivi riguardanti la “practica”. Dopo il mandolino, acquistò una chitarra battente e poi altri strumenti più professionali, ma non era contento del suono. Come migliorarlo? Da questo interrogativo si è via via posto numerose domande, alle quali ha cercato di dare risposta tecnica, smontando e analizzando gli strumenti che gli capitavano tra le mani. Inizialmente, ha operato in casa, costruendo modellini in miniatura, facendo tesoro di quanto appreso dal padre durante l’infanzia. Poi, è passato a realizzare strumenti di dimensione reale. Si rese conto che suonavano discretamente, impressione che gli venne confermata anche da amici musicisti. Ha chiosato la moglie: «Quando aveva tempo libero, si metteva nella stanza a sperimentare, notte e giorno. C’erano legni per tutta la casa.  Costruiva gli strumenti e li smontava… alcuni strumenti li regalò ad amici, il primo che si decise a vendere fu un mandoloncello, dato a un medico milanese, appassionato di musica popolare e medioevale».  Vorraro trovava tempo libero soprattutto di mattina, perché spesso, di pomeriggio e di sera, era impegnato a suonare con Merola, almeno sino al 2003. Anche se faceva le ore piccole, la mattina si metteva di buon’ora a lavorare manualmente. Il suo modo di vedere la liuteria, in quegli anni, era concepito a favore della tecnica strumentale e della produzione sonora. Ragionava da musicista e cercava soluzioni efficaci per coloro che devono usare quotidianamente gli “arnesi della musica”. Da autodidatta, ha dovuto compiere numerosi esperimenti: «Ci ho messo tanto tempo per capire come posizionare i legni e le doghe nei mandolini. Tuttavia, facendo s’impara, sperimentando e operando con amore, sviluppando l’osservazione, accogliendo la sfida tesa a ricercare, ogni giorno, un nuovo dettaglio per rendere il suono migliore, studiando le forme e le composizioni dei materiali».

 

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